Conte, era già tutto previsto

L'addio di Conte, un addio diabolicamente pianificato

Mentre Max Allegri dirige i suoi primi allenamenti a Vinovo, lo smarrimento non accenna ad abbandonare i tifosi bianconeri e con esso, alcune perplessità.
Io partirei dal giorno in cui la Juventus ha avuto la certezza matematica di aver conquistato il terzo scudetto consecutivo. Conte, in quell'occasione, anziché festeggiare ed esaltare l'impresa, parla di fine ciclo, di cose che giungono ad un punto in cui cambiare diventa quasi inevitabile. Nell'intervista rilasciata a Mediaset Premium, Conte pare lanciare messaggi ad un club il cui profilo corrisponde esattamente a quello del Milan. Antonio, disse, che gli sarebbe piaciuto ripartire da una piazza a digiuno di successi, fuori dal giro europeo e con la necessità di ricostruire un gruppo vincente.  Si capisce chiaramente e senza ombra di dubbio, che il tecnico non è felice, almeno, non come avrebbe dovuto esserlo, dopo un tris storico impreziosito dalla prospettiva, poi raggiunta, del record di punti per campionato. Conte, offusca i festeggiamenti, i tifosi bianconeri iniziano ad avere paura che il mister voglia cambiar aria e, fino all'incontro con Andrea Agnelli, si rimane come sospesi, senza cioè, nessuna certezza riguardo la permanenza o meno sulla nostra panchina dell'allenatore pluri scudettato. Sospensione che in verità, neanche l'incontro con il presidente, riesce a cancellare. La Juve annuncia via Twitter che Conte resta per la stagione 2014-2015 ma, stranamente, senza alcuna concreta, imminente, ipotesi di rinnovo del contratto. Ora, venendo ai giorni nostri e cercando di fare due piú due, facciamo un paio di considerazioni.
1 Conte a fine campionato, manifesta alla società l'intenzione di rescindere il contratto perché, viste le possibilità di mercato, da sempre dichiarate dai vertici bianconeri, migliorare la Juve dei record è impossibile.
2 La Juve punta i piedi e chiede il rispetto del contratto ventilando la possibilità di rinforzare la rosa con elementi che permettano a Conte di poter competere anche in Europa.
Questo mi pare possa essere lo scenario piú attendibile.
Se le cose stessero esattamente così, rimane un dubbio sul comportamento del nostro ex tecnico. Resta un mistero infatti, il mancato ritiro a Chatillon e la preparazione blindata a porte chiuse. Questi due aspetti, sono logici e coerenti con il progetto della società ma non con il comportamento di Conte. Come è possibile privare i tifosi dell'unico periodo dell'anno in cui possono abbracciare i propri beniamini, per di piú, reduci da tre anni di successi assoluti? Nessuna società al mondo avrebbe fatto una scelta del genere, perdendoci anche soldi. La verità è che la Juve e Conte hanno scelto il male minore e la perfetta via di fuga per entrambi.
Cosa avrebbe comportato un addio di Conte durante il ritiro estivo a Chatillon? Giorni e giorni di contestazione come minimo. Pagine e pagine di inchiostro sui giornali. Ecco che il filo logico trova il suo naturale percorso con tutti i tasselli che vanno al loro posto.
1 Conte si libera come voleva fare fin da maggio scorso
2 la Juve fa il pieno di abbonamenti
3 Allegri trova l'accordo nel volgere di una notte
4 il mercato bianconero, fermo in entrata, può essere programmato sulle linee dettate da Marotta
4 I tifosi vengono bypassati da società e ex tecnico e rimangono senza una verità certa e dichiarata dalle parti.
In conclusione, credo sia chiaro e cristallino che si è giocata l'ennesima partita a scacchi sulla testa del popolo bianconero. Non credo in questo, alla buonafede di nessuno degli attori in campo in questa vicenda. Ognuno ha badato a fare i propri interessi. A Conte avremmo perdonato non una ma perfino piú stagioni senza vittorie. Il suo peccato è questo. Aver mollato per mancanza di ulteriori stimoli a giocarsela con quello che passava la società. A Marotta e alla società non perdoneremo di aver giocato sporco sulla nostra passione.